Post di Sam


The Lumineers – Long Way from Home

The Lumineers – Molto lontano da casa

Aggrappato alla speranza come a un cappio, a una corda
Dio e la medicina non hanno avuto pietà di lui
hanno avvelenato il suo sangue e bruciato la sua gola
Quando è troppo è troppo, è molto lontano da casa. 

Giorni della mia giovinezza sprecati per uno stupido egoista
Che è scappato per le colline dalla mano che gli è stata servita
Sono volato lontano, più lontano che ho potuto
Il tuo tempo sta per scadere, e io sono molto lontano da casa

Disteso a letto, sei stato disteso a letto, 
trattenendo il dolore come si trattiene il respiro
ho pregato che tu potessi dormire, dormire come un sasso
Sei proprio qui accanto a me ma sei molto lontano da casa

Le vestaglie d’ospedale non calzano mai come dovrebbero
abbiamo urlato all’infermiera, non è servito a niente
"Più morfina", le ultime parole che hai mormorato
Finalmente ero sicuro che non eri lontano da casa

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The Lumineers - Long way from home Held on to hope like a noose, like a rope; God and medicine take no mercy on him, Poisoned his blood, and burned out his throat. Enough is enough, he's a long way from home Days of my youth wasted on a selfish fool who ran for the hills from the hand you were dealt. I flew far away, as far as I could go. Your time is running out, and I'm a long way from home. Laid up in bed, you were laid up in bed, holding the pain like you're holding your breath I prayed you could sleep, sleep like a stone. You're right next to me, but you're a long way from home Hospital gowns never fit like they should: we yelled at the nurse, didn't do any good. «More morphine»: the last words you moaned. At last I was sure that you weren't far away from home

Original Lyrics: © Kobalt Music Publishing America, Inc.

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«Non so se esiste una parola in islandese per descrivere il bisogno rabbioso di andare lontano da soli, e lasciare indietro tutto, una sensazione che ti logora dentro per quanto è forte, una mano che scava tra cuore e pancia, urlando pietà, aiuto. Sei mai stato così triste da non riuscire a piangere? Vorrei essere sola al mondo, e vorrei che fosse sempre notte, e vagare per le strade al freddo e camminare camminare camminare fino a che non sentirò che tutto il groviglio nero dentro al mio petto sarà sparito. Lì mi fermerò per cominciare una nuova vita, e tornerà giorno».

Questo penso dal mio letto d’ospedale, guardando fuori dalla finestra il sole che cala dietro l’edificio delle sale operatorie, mentre mia madre sferruzza una sciarpa e mio padre conta le gocce che cadono nella flebo, seguendole con lo sguardo per tutto il percorso che porta alle mie viene. Vorrei dirgli di andarsene, di lasciarmi, vorrei dirgli che il dolore è più forte a ogni respiro e che non so se ho ancora voglia di restare a lottare. Vorrei dirgli: – Scusatemi per tutto, per le bugie e le brutte parole, ma ora lasciatemi – .

Mi manca troppo il vino mamma, mi manca il mio calice pieno di rosso il sabato sera. Mi manca il mio letto papà, piccolo e scomodo. Mi manca lamentarmi del lunedì mattina e del postino che non suona mai per lasciare i pacchi. Mi manca l’arroganza del progettare il futuro e pianificare viaggi, l’insolenza del rimandare impegni come se avessi la certezza in tasca di sopravvivere indenne a ogni alba e ogni tramonto. Ma chiudo gli occhi e non dico niente, aspetto che mia nonna squarci il cielo per scendere ad aiutarmi, o a prendermi, a sua discrezione. I minuti passano come ore, medici, parenti ed estranei non sono altro che strane figure dai margini sfocati, promettono di riportarmi a casa ma io li ascolto come se fossi già altrove, le loro voci sono un eco sempre più confuso.

«Chissà se è questo che hai provato mentre te ne andavi, ora capisco perché imploravi tua madre di venirti a prendere. Mi dispiace di non averti stretto abbastanza la mano, mi dispiace di aver pregato perché tu potessi restare con me, di averti chiesto di essere forte, e di non essere riuscita a dirti addio. Non sapevo che il dolore potesse essere così sadico e asfissiante, devi perdonarmi. Perdonami ma ora aiutami, oppure scendi dalle nuvole e portami via, perché non riesco più a respirare con queste lame nel fianco e non voglio più dormire con tre tubi in ogni braccio».

Un’altra pugnalata, riapro gli occhi, li richiudo.


Moldy Peaches – Nothing Came Out

Moldy Peaches - Non è uscito niente

Solo perché non dico niente
non vuol dire che non mi piaci
Ho aperto la bocca e ho provato e riprovato
Ma non ne è uscita fuori nemmeno una parola

Senza nemmeno 1 kilo di capacità relazionali
Sono solo un culo tra le chiappe del genere umano
Sono solo un grosso lamantino
Un enorme lamantino

E tra l’altro, probabilmente tu starai tenendo la mano
A qualche ragazza magra e carina a cui piace parlare di band
E invece tutto ciò che voglio fare io è andare in bici con te
E stare alzata fino a tardi a guardare cartoni

Duck Tales, shirt tails, Talespin, Sailor Moon,
GI Joe, Robotech, Ron Jeremy, Schmoo

Voglio guardare i cartoni con te
Josie e Pussycats e Scooby-Doo
Voglio che tu guardi i cartoni con me
He-Man, Voltron e Hong Kong Phooey

Ho provato a chiedertelo in faccia
Ma non è uscita nessuna parola
Mi sono messa il cappuccio e me ne sono andata
Ma questo non vuol dire che non mi piaci

E tra l’altro probabilmente tu starai tenendo la mano
A qualche ragazza magra e carina a cui piace parlare di band
E invece tutto ciò che voglio fare io è andare in bici con te
E stare alzata fino a tardi, magari coccolandosi

Solo perché non dico niente
Non vuol dire che non mi piaci.
No, ho aperto la bocca, e ho provato e riprovato,

E tra l’altro, probabilmente tu starai tenendo la mano
A qualche ragazza magra e carina a cui piace parlare di band
E invece tutto ciò che voglio fare io è andare in bici con te
E stare alzata fino a tardi a guardare cartoni

Sono solo la tua tipica Thundercats, oh

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Moldy Peaches - Nothing came out Just because I don't say anything doesn't mean I don't like you. I open my mouth and I tried and I tried, but no words came out. Without 40 oz. of social skills, I'm just an ass in the crack of humanity. I'm just a huge manatee... a huge manatee. And besides, you're probably holding hands with some skinny, pretty girl that likes to talk about bands, And all I wanna do is ride bikes with you and stay up late and watch cartoons. Duck Tales, shirt tails, Talespin, Sailor Moon, GI Joe, Robotech, Ron Jeremy, Schmoo. I wanna watch cartoons with you Josie and the Pussycats and Scooby-Doo. I want you to watch cartoons with me He-Man, Voltron and Hong Kong Phooey. I tried to ask you to your face but no words came out. I put on my hood and walked away that doesn't mean I don't like you. And besides, you're probably holding hands with some skinny, pretty girl that likes to talk about bands, And all I wanna do is ride bikes with you and stay up late and maybe spoon. Just because I don't say anything doesn't mean I don't like you. No... I opened my mouth and I tried and I tried. And besides, you're probably holding hands with some skinny, pretty girl that likes to talk about bands, And all I wanna do is ride bikes with you and stay up late and watch cartoons. I'm just your average Thundercats ho. Original Lyrics: © BMG Rights Management (US) LLC, Shelly Bay Music, LLC.

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Più che una canzone sembra una pagina di diario, il diario di una ragazza timida e introversa che non si vede  rappresentata dallo stereotipo dell’universo femminile e si sente sbagliata.

Lei non è tipa da scarpe e manicure, i suoi capelli non sono lunghi e perfetti, le sue guance si colorano solo quando arrossisce. È una ragazza che ama la semplicità, pensa che le cose naturali siano le più belle e rovescia le sue emozioni su un foglio a righe perché è l’unico modo che ha per parlare. È spaventata, insicura, disillusa, ma non così tanto da smettere di dare voce ai pensieri del cuore attraverso i sogni.

Immagina di trovarsi di fronte a quel paio di occhi che l’hanno condannata e di riuscire finalmente a dirgli “Sai, mi piaci”, e immagina poi di poter fare con loro tutto quello che lei ama di più (guardare i cartoni animati con una fetta di pizza in mano, o scappare in bici).

Alla fine del sogno però sa che niente di tutto questo succederà mai, sa che probabilmente lui non sta scrivendo niente sul suo diario e non sta pensando a lei mentre passeggia mano nella mano con una normalissima ragazza dalle belle scarpe e dai lunghi capelli.


Leonard Cohen – So Long, Marianne

Leonard Cohen - Addio, Marianne

Vieni alla finestra mia piccola cara 
Vorrei provare a leggere la tua mano
Un tempo pensavo di avere un cuore zingaro
E poi ho lasciato che tu mi portassi a casa

Addio, Marianne, è tempo di cominciare
A ridere e piangere e piangere e ridere di nuovo di tutto questo

Sai bene che amo vivere con te
Ma tu mi fai dimenticare così tante cose
Mi dimentico di pregare per gli angeli
Ed ecco che gli angeli dimenticano di pregare per noi

Addio, Marianne, è tempo di cominciare
A ridere e piangere e piangere e ridere di nuovo di tutto questo

Ci siamo incontrati quando eravamo entrambi giovani
immersi nel verde del parco di lillà
E ti sei aggrappata a me come se fossi stato un crocifisso
Mentre entravamo in ginocchio nell’oscurità

Addio, Marianne, è tempo di cominciare
A ridere e piangere e piangere e ridere di nuovo di tutto questo

In tutte le lettere dici che mi sei vicina,
ma allora perché mi sento così solo?
Sono in piedi sul davanzale e la tua sottile ragnatela
Lega la mia caviglia a una pietra

Addio, Marianne, è tempo di cominciare
A ridere e piangere e piangere e ridere di nuovo di tutto questo

Perché ora ho bisogno del tuo amore nascosto
Sono gelido come un rasoio nuovo
Tu te ne sei andata quando ti ho detto che ero curioso
Non ho mai detto di essere coraggioso.

Addio, Marianne, è tempo di cominciare
A ridere e piangere e piangere e ridere di nuovo di tutto questo

Oh, sei davvero così bella
Vedo che sei andata a cambiare di nuovo il tuo nome
Proprio quando mi ero appena arrampicato su questo versante della montagna
per sciacquare le mie palpebre sotto la pioggia

Addio, Marianne, è tempo di cominciare
A ridere e piangere e piangere e ridere di nuovo di tutto questo

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Leonard Cohen - So long, Marianne Come over to the window, my little darling I'd like to try to read your palm I used to think I was some kind of Gypsy boy Before I let you take me home Now so long, Marianne, it's time that we began To laugh and cry and cry and laugh about it all again Well you know that I love to live with you But you make me forget so very much I forget to pray for the angels And then the angels forget to pray for us Now so long, Marianne, it's time that we began To laugh and cry and cry and laugh about it all again We met when we were almost young Deep in the green lilac park You held on to me like I was a crucifix As we went kneeling through the dark Now so long, Marianne, it's time that we began To laugh and cry and cry and laugh about it all again Your letters they all say that you're beside me now Then why do I feel alone? I'm standing on a ledge and your fine spider web Is fastening my ankle to a stone Now so long, Marianne, it's time that we began To laugh and cry and cry and laugh about it all again For now I need your hidden love I'm cold as a new razor blade You left when I told you I was curious I never said that I was brave Now so long, Marianne, it's time that we began To laugh and cry and cry and laugh about it all again Oh, you are really such a pretty one I see you've gone and changed your name again And just when I climbed this whole mountain To wash my eyelids in the rain Oh so long, Marianne, it's time that we began To laugh and cry and cry and laugh about it all again

Original Lyrics: © Sony/ATV Music Publishing LLC

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So long, Marianne è la lettera a un amore infinito, giovane ma eterno, talmente intenso da far dimenticare tutto il resto (libertà, fede, debolezze); tale da far cadere in depressione e inginocchiarsi nell’oscurità, tanto intenso quanto difficile. Un amore che ispirerà Cohen per tutta la sua vita.

Lui, un ragazzo dal cuore curioso, difficilmente capace di legarsi a una sola donna, ha scelto Marianne come sua musa: Marianne: l’unica ragazza che è davvero riuscita a «incatenarlo”.
E l’ha scelta per la vita: anche se la loro storia è durata pochi anni, il potere di quell’amore è sempre rimasto con lui.

Nel luglio 2016, dopo più di cinquant’anni dal loro primo incontro, Marianne sul letto di morte ha ricevuto l’ultimo saluto, una lettera essenziale ma toccante, in cui ogni parola sembra sembra ponderata ma pregna:

Beh, Marianne, siamo giunti al tempo in cui siamo talmente vecchi che i nostri corpi cadono a pezzi e credo che molto presto ti seguirò.
Sappi che ti sono alle spalle, così vicino che se tendi una mano penso che riuscirai a prendere la mia. E tu sai che ti ho sempre amata per la tua bellezza e la tua saggezza, ma non ho bisogno di dire altro in proposito perché di questo sai già tutto. Ora però voglio solo augurarti buon viaggio.

Addio vecchia amica. Amore eterno. Ci si vede più in là…

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